Sperimentazione dell'integrazione tra libro cartaceo e multimediale nelle scuole: intervento di Roberto Gulli, vicepresidente AIE, alla presentazione del Rapporto 2005 dell’Osservatorio AIE sull’editoria digitale
Le nuove tecnologie nella scuola. Che fanno gli editori?
Producono molto.
Producono bene per i nuovi contenuti digitali, male per il loro uso e per il ritorno economico.
Forse non molti sanno che oggi non c’è libro, soprattutto nella scuola superiore, che non sia accompagnato da cd o da supporti disponibili sul sito degli editori.
E’ una offerta che risponde all’esigenza di cambiamento dei docenti, ma che poi viene poco utilizzata per le difficoltà organizzative, operative, economiche legate all’uso delle nuove tecnologie.
La nostra ricerca ci darà ora nuove informazioni su questo tema.
Ma intanto è necessario sbloccare un meccanismo inceppato e questo è possibile solo se c’è una vera disponibilità di uso delle tecnologie nella scuola.
Per sbloccare il meccanismo la condizione è che sul tema delle nuove tecnologie nella scuola ci sia un accordo fra Pubblico e Privato, come avviene in tutto il mondo e questo abbiamo chiesto al Governo.
Occorre che ci siano le condizioni per avviare un processo positivo, altrimenti si buttano via i soldi, sia il Governo che noi.
Le condizioni sono:
- Disponibilità e funzionamento delle macchine, delle connessioni, della manutenzione, dell’aggiornamento delle tecnologie nelle scuole: questo significa investimenti non occasionali, ma programmati. Non basta un alto numero di pezzi collocati nelle scuole, che soddisfa la graduatoria delle “medie” europee, ma occorre il loro reale funzionamento.
- Inserimento delle tecnologie nella normale attività didattica, quindi nelle aule con lavagne digitali che sostituiscano o integrino la tradizionale lavagna, uno strumento essenziale per il lavoro in classe.
- Presenza di laboratori informatici in rete e funzionanti, con scuole aperte anche in orari pomeridiani - perché al mattino si svolge l’usuale attività didattica - e con docenti in grado di gestire le attività di laboratorio.
- Formazione dei docenti, non solo per la necessaria capacità d’uso delle tecnologie, ma per il loro uso didattico, cioè mentre fanno lezione, interrogano, assegnano compiti, verificano la preparazione degli studenti, interagiscono in rete, organizzano forum di discussione.
Un’altra indispensabile condizione è che gli investimenti pubblici vadano nella direzione di attivare un mercato, che abbia le caratteristiche tipiche della concorrenza, dove i produttori si confrontino sul piano consueto della qualità e del prezzo.
Non quindi acquisti di prodotti che poi eroga lo Stato, ma acquisti per l’uso di prodotti proposti da chi vuole entrare in una nuova arena competitiva, stabilendo le condizioni e le regole, di qualità tecnologica e d’uso.
Quindi occorrono disponibilità economiche da dare alle scuole per acquisto di licenze d’uso di nuovi contenuti digitali, che potranno remunerare gli investimenti di chi sia interessato a produrre, assumendosi i rischi propri di ogni investimento, compreso quello di una parziale retribuzione fino al rischio del non ritorno.
Gli editori non chiedono finanziamenti, sono pronti a investire, il pubblico garantisca le condizioni per attivare il mercato, il privato investe sull’offerta.
E’ quanto abbiamo proposto al Governo, in particolare al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca insieme al Ministero per l’Innovazione Tecnologica, con due progetti di sperimentazione. Il secondo è ora all’esame dei Ministeri competenti e speriamo che, pur nell’attuale difficile contingenza politica,possa essere non solo condiviso – come già abbiamo verificato nel tempo di messa a punto del progetto – ma anche approvato e avviato.
Concludo anche indicando un altro obiettivo della sperimentazione, la fine di una contrapposizione sterile di supremazia delle nuove tecnologie rispetto al libro: sterile perché non vera e pretestuosa, perché la lettura è operazione cognitiva indispensabile e insostituibile dove la carta è la tecnologia vincente, l’interattività è operazione altrettanto oggi indispensabile per i processi cognitivi. Integrazione libro di testo e nuove tecnologie in un quadro di confronto della qualità e del pluralismo culturale e didattico, un valore che teniamo a ribadire anche contro le tentazioni talvolta ricorrenti di unici modelli centralizzati di pedagogie e di contenuti culturali.
(AIE, 12 aprile 2005)