Ben l’8% del totale dei navigatori del nostro Paese ha meno di 14 anni, con una lieve predominanza maschile. Lo rileva una ricerca Nielsen/NetRatings, che evidenzia l’importanza della scuola e della famiglia come strumenti di guida attraverso la Rete. E nonostante i limiti tecnologici, Internet ha i numeri per competere persino con la TV.

E’ un popolo in marcia, lungo le strade artificiali fatte di bit ed etere. Sono i bambini, i protagonisti del futuro di una società sempre più informatizzata, sempre più caratterizzata da un’informazione globale e virtuale. In Italia, questo popolo è in continuo aumento, e già ora può contare ben un milione di adepti, un settimo del numero totale dei piccoli del nostro Paese, e pari all’8% dei navigatori complessivi.
In base alla ricerca Nielsen/NetRatings, società che costituisce lo standard di misurazione della Rete a livello mondiale, che ha analizzato il comportamento di navigazione di bambini dai 2 ai 13 anni, Internet dimostra di avere un rapporto privilegiato con i più piccoli, soprattutto con quelli di età compresa fra i 10 e i 13 anni. Ben il 62% dei bambini che hanno una connessione ad Internet in casa, infatti, appartengono a questa fascia d’età, seguiti dal 39% dei bimbi tra i 7 e i 9 anni, e dal 20% tra i 2 e i 6 anni.
I maschi mantengono ancora un lieve vantaggio sulle femminucce (55% contro 45%), un vantaggio che però è inferiore rispetto a quello che si riferisce agli adulti (62% contro 38%). Per quanto riguarda le fasce d’orario, i bambini italiani preferiscono collegarsi la sera, tra le 18 e le 21 (con un picco alle 20), fascia nella quale la Rete rivaleggia persino con l’intramontabile icona dei pomeriggi dell’infanzia: la TV. Il sabato e la domenica sono invece i giorni nei quali più di tutti il bambino si dedica alla navigazione online, e nei quali l’esperienza è maggiormente assistita dai genitori.
In generale, dalla ricerca risulta che i bambini delle scuole elementari percepiscono la navigazione come un’esperienza ludica, andando a visitare soprattutto siti legati a fumetti o cartoni animati, a programmi televisivi, a calcio e a giocattoli. Più matura l’esperienza degli studenti delle scuole medie, che usano la Rete anche come strumento di studio. In questo caso emergono attività più complesse come la ricerca approfondita e mirata d’informazioni, ma anche il download di immagini, di file audio e video, di accessori per cellulari, e l’utilizzo di mail e, a volte, di chat.
Il ruolo svolto dalla scuola è determinante, soprattutto in termini di indirizzare la navigazione del bambino verso finalità educative e stimolanti. Esistono comunque delle resistenze, soprattutto da parte degli insegnanti delle scuole elementari, legate all’ipotetica precocità del mezzo e alle difficoltà incontrate dai giovani navigatori a causa delle complessità linguistiche. Dal lato genitori, invece, Internet è visto come uno strumento importante e centrale per la crescita del piccolo, anche se esistono anche qui dei timori: natura elettronica del mezzo, contenuti “pericolosi”, pericolo di brutti incontri.
I dati incoraggianti dei giovani navigatori italiani si scontra però con i limiti tecnologici che affliggono il nostro Paese. Secondo i dati Nielsen/NetRatings, solo il 10% dei bambini naviga con un modem a velocità superiore ai 56kb, mentre la fibra ottica è quasi inesistente. Per questo, accanto ad un supporto didattico per i giovani navigatori, dalle scuole ci si aspetta anche un supporto economico che permetta l’accesso ad Internet a tutti gli studenti di scuole elementari e medie, attraverso la creazione di percorsi di formazione in Rete. Dai genitori deve invece arrivare un supporto formativo, attraverso un dialogo che sia al tempo stesso protettivo e costruttivo, e soprattutto mirato a cancellare i rischi, e a sfruttare le opportunità offerte dal Web.

(Roberto Salvatore, Smau.it, 17 settembre 2002)